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Vivi l’ANIMAle che ti abita

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L’asino d’oro – un percorso di iniziazione

L’asino d’oro è una storia di iniziazione. Narra di un uomo, Lucio (Apuleio), trasformato in asino, che cade in disgrazia e solo attraverso esperienze degradanti e numerose prove, alla fine della vicenda, purificato, torna ad essere uomo. Dovrà sopportare una vita da asino, ma nascosta sotto la pelle dell’asino c’è la sua umanità, la sua sensibilità. In questo modo può assistere ai comportamenti della gente, tradimenti, menzogne, bassezze di ogni genere, senza essere visto, perché nessuno fa caso ad un asino.

Lucio è stato trasformato in asino perché in lui c’è un asino, una parte che gli è straniera, estranea, nemica, sconosciuta, ma contemporaneamente è una parte di lui, gli è intimamente legata, anzi gli è indispensabile. Non può eliminarla, ma deve farci i conti. Deve vivere sino in fondo l’immagine dell’asino, della bestia che si porta dentro, per conoscere le proprie pulsioni, la propria interiorità.

E l’asino è stato preso a metafora, metafora della vita e della evoluzione spirituale nelle storie di trasformazione dell’uomo in asino, metafora di una esistenza che anziché procedere in avanti (ἄνϑρωπος-uomo significa <colui che guarda in sù> quindi colui che è destinato a evolversi) regredisce a comportamenti pulsionali primitivi.

Apuleio vive nel ll° secolo dopo Cristo, un momento storico segnato da un profondo processo di rinnovamento, tramonta il paganesimo e si fa sempre più strada il cristianesimo.

Anche Apuleio è in un momento della sua vita alla ricerca di un cambiamento.

Personaggio davvero straordinario, filosofo, avvocato di grande successo, scrittore brillante, oratore e narratore abilissimo, taumaturgo, studioso di musica e medicina, di famiglia ricca e ricco a sua volta e come se non bastasse sposa una donna ricca.

Aveva ottenuto tutto dalla vita; cosa lo spinge a intraprendere un viaggio avventuroso? Cosa ricerca?

Lo spinge il desiderio di conoscere i segreti della stregoneria e della magia ovvero il lato ombra della dimensione femminile.

E’ diretto in Tessaglia, una regione famosa per essere terra di streghe e di magia, ma è anche la terra di origine di sua madre. Quindi Lucio è anche alla ricerca della figura materna, di quello che è stato il suo rapporto con la madre. Un uomo che non ha reciso il cordone che lo tiene legato alla madre, non è in grado di esprimere i suoi sentimenti.

L’ asino d’oro è il tentativo di Apuleio di portare alla luce l’elemento femminile, emozionale rimasto inespresso. In altri termini recuperare dentro di sé la capacità di amare una donna. Perché un uomo di fronte a una donna ha bisogno di poter contare sulla sua virilità aggressiva.

Apuleio dopo aver sviluppato le facoltà superiori dell’uomo, intelligenza, cultura, successo ecc…,un modo di vivere la vita solo intellettualmente, senza amore, va alla ricerca degli aspetti ombra, oscuri, irrazionali, femminili della psiche e solo così alla fine potrà intraprendere il suo cammino verso gli aspetti inconsci della sua personalità, l’integrazione e conquista interiore. Jung descrive questo processo portando l’esempio dell’albero che quanto più cresce in altezza ed espande i suoi rami verso l’alto, tanto più cresce anche verso il basso e penetra con le sue radici nella terra.

La trasformazione in asino, rappresenta il momento in cui si scende verso il basso, verso l’Ombra e si entra in contatto con la propria animalità.

Il percorso di iniziazione è un cambiamento radicale dell’individuo, è l’introduzione a un mondo sconosciuto, a una nuova fase della vita, ignota e rischiosa, comincia con una lunga serie di prove cui l’adepto viene sottoposto. Dopo aver superato le prove previste dall’iniziazione e aver acquisito consapevolezza può finalmente intraprendere il suo cammino verso la dimensione adulta.

Anche il racconto di Pinocchio rappresenta un percorso iniziatico. E’ una metafora della condizione umana. Il burattino di legno alla fine diventa un ragazzo vero, in carne e ossa.

La sua trasformazione in asino è un riferimento al racconto di Apuleio e rappresenta la caduta nell’animalità con tutto quello che ne segue.

Quando arriva la carrozza per il paese dei balocchi tirata da 12 paia di asinelli, cosa strana <invece di esser ferrati come tutte le altre bestie da tiro o da soma, avevano in piedi degli stivaletti da uomo>, si intravede qualcosa di umano in questi asinelli. Pinocchio salta in groppa al primo asino della fila, (Manritto) questi cerca di metterlo in guardia <Povero gonzo! Hai voluto fare a modo tuo, ma te ne pentirai!>. Ma Pinocchio non riesce a sentire, perché a volte sappiamo ma preferiamo fingere a noi stessi di non sapere. E l’asino Pinocchio, condotto nella stalla con gli altri asini, viene scalciato da tutti perché mentre gli asini, quelli veri, vivono in armonia con la loro natura, l’uomo diventato asino ha rinunciato alla sua umanità per vivere in modo bestiale. E sul volto dell’asino Pinocchio scende una lacrima, perché l’uomo anche quando è degradato ai comportamenti più bassi mantiene sempre dentro di sé la coscienza del proprio degrado e non può non soffrirne.

Anche le fiabe sono racconti di iniziazione all’età adulta. Mostrano come il bambino, attraverso difficili prove, può raggiungere la maturità, l’indipendenza e la realizzazione dei suoi desideri. La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi ( Gianni Rodari).

I bambini vogliono sentirsi raccontare le fiabe perché esse mettono in scena i loro conflitti inconsci e le loro angosce aiutandoli a dargli un senso. Ad esempio Hansel e Gretel (analizzata da Bruno Bettelhaim)<.. tratta delle difficoltà e delle ansie del bambino che è costret­to a rinunciare al suo attaccamento dipendente dalla madre…>.

La fiaba Pelle d’asino (Perrault), la giovane principessa indossa la pelle dell’asino nel momento in cui perde l’innocenza, diventa donna e suscita desideri incestuosi. La puzzolente pelle dell’asino la protegge dai desideri sessuali proibiti, determina l’allontanamento dalla società, un percorso di iniziazione e infine il ritorno e l’accettazione in società.

Storia di iniziazione e trasformazione è anche la Divina Commedia di Dante Alighieri < O voi ch’avete li ‘ntelletti sani > poema solo per iniziati.

 Il processo alchemico <solve et coagula>.

Lo strano caso del Dr Jekill e Mr Hyde (Stevenson) narra lo “sdoppiamento” che caratterizza ed è presente in ogni essere umano, la contrapposizione del bene e del male.

Metamorfosi (Kafka), la condizione ripugnante del protagonista che si ritrova trasformato in un insetto, rappresenta l’emarginazione alla quale il “diverso” viene avvolte condannato all’interno della famiglia e nella nostra società.

Giordano Bruno (Cabala), fustigatore di una società moralmente corrotta, ci ha lasciato un sonetto in lode all’asino: “Oh sant’asinità, sant’ignoranza, Santa stoltizia, e pia divozione,…”

E mille storie ancora di iniziazione, così come la vita di ognuno di noi è un continuo processo di trasformazione e crescita.

Attraversare l’esperienza della propria <asinità> al fine di integrare gli aspetti razionali con quelli irrazionali, gli aspetti più nobili della personalità con quelli più bassi per una umanità armonica è compito di ogni uomo.

Al contrario chi ignora la propria animalità è un dissociato e, come aveva insegnato Platone, << chi è dominato dalle passioni è come un asino>>.

EUGENIO MILONIS



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